sabato 29 ottobre 2011

commento settimanale

“Gesù rispose (a Nicodemo) dicendo: In verità io ti dico che se uno non è nato di nuovo, non può vedere il regno di Dio”.


Giovanni 3: 3


Nicodemo



Nicodemo era un fariseo, un dottore (insegnante) della legge di Dio (l’antico testamento), un capo dei giudei (membro del Sinedrio, una sorta di parlamento politico religioso e di tribunale per i casi di eresia ai tempi di Gesù). Andò di notte a Gesù, per poter parlare con lui, per non essere visto (era uno scandalo che una persona importante come lui andasse da Gesù considerato un nemico dei farisei), chissà quante domande voleva porre, chissà quale grande tema voleva trattare con Gesù che egli stesso riconosce un Maestro venuto da Dio.


Ma Gesù con questa risposta all’elogio di Nicodemo taglia corto, va al sodo, risponde al vero problema di Nicodemo che è poi il problema di tutti gli uomini, così come siamo non è possibile entrare nel regno di Dio.




Non ha importanza a quale posizione sociale, culturale apparteniamo, dalla religione a cui facciamo riferimento o se ci riteniamo buoni o pensiamo di fare tutto bene; siamo dei peccatori (l’apostolo Paolo afferma nella lettera ai romani “tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio”), e come peccatori è impossibile accedere alla presenza di Dio, di qui la necessità di essere delle persone nuove (nato di nuovo), trasformate non dalla nostra volontà, ma dalla potenza di Dio tramite l’operato della Spirito Santo che ci rigenera e ci trasforma in esseri nuovi che camminano in novità di vita.




Tutto questo può avvenire se si pone la fiducia (fede) in Gesù che è morto sulla croce per i nostri peccati.


Nicodemo va via di notte, ma riappare qualche tempo dopo alla crocifissione di Gesù, (Evangelo di Giovanni 19: 38-42) lui e Giuseppe di Arimatea un discepolo di Gesù ma occulto per paura dei giudei (farisei e sadducei), uscirono allo scoperto, lasciandosi alle spalle la paura raccolsero il corpo di Gesù e lo deposero in una tomba vuota (gli diedero onore con quest’atto. Gesù era destinato a una fossa comune come i ladroni crocifissi con lui).




Nicodemo e Giuseppe facendo così, ci fanno comprendere di aver creduto in Gesù e di essere nati di nuovo e lo mostrano a tutti.Noi che abbiamo risolto il più grande problema che ci riguarda, credendo nel sacrificio di Gesù che cancella i nostri peccati, che abbiamo lasciato Dio cambiarci e trasformarci in uomini e donne nuove che camminano nella fede seguendo i suoi insegnamenti, abbiamo il coraggio di affermarlo pubblicamente come Nicodemo e Giuseppe?




Ricordiamo che se un giorno entreremo nel regno dei cieli sarà solo se siamo “nati di nuovo”.


Buona settimana


Contributo di Antonio Tuccillo

sabato 22 ottobre 2011

commento settimanale

“Chi crede in me, come ha detto la Scrittura, fiumi d'acqua viva sgorgheranno dal suo seno”.

Giovanni 7: 38


Dio esiste?

Aprendo la mia posta elettronica, ho trovato un invito a partecipare a un forum cristiano in un sito Internet, dal titolo “se Dio esiste”;così ho deciso di parteciparvi, e di dare il mio contributo in questa maniera.


Sono secoli che si discute sull’esistenza di Dio o meno, e credo che si siano usati tutti i mezzi possibili, ma per molti il quesito resta del tutto irrisolto. Si usa la scienza pro e contro, la logica, la filosofia, ecc. . . ma il risultato resta lo stesso, c’è chi crede all’esistenza di Dio e chi no.


Io non sono certo in grado di provare questa esistenza in maniera scientifica e razionale, ma vi racconterò la mia esperienza personale e ognuno tragga pure le sue conclusioni.


Quando ero ragazzo la mia fede religiosa era molto blanda, come per la maggior parte dei ragazzi che frequentavo. Anche se avevo molti amici e giocavamo sempre insieme, molte volte, la sera mi ritrovavo a guardare il pavimento di casa con un senso di solitudine, di vuoto.


All’età di 16 anni incontrai un gruppo di persone che credevano in Dio, per me erano un po’ strani visto che andavano in ospedale a trovare i malati e invece di portare medicine o le solite cose che si portano agli ammalati, cantavano e parlavano di Gesù Cristo.


Ma al di la del fatto religioso, notavo in loro (erano persone di varie età) che vi era un qualcosa in loro che in me era mancante. Un giorno ebbi in regalo la mia prima bibbia, e un credente in Gesù mi fece vedere attraverso le sue pagine quanto io avessi bisogno di una esperienza personale con Gesù, del suo intervento nella mia vita.


Quel giorno chiesi a Gesù di entrare nella mia vita e di cancellare tutti i miei peccati. Probabilmente non mi crederete ma quel senso di solitudine che mi ha accompagnato fino ad allora non è più ritornato e io sento la presenza costante di Dio nella mia vita e cerco di vivere secondo la sua volontà scritta nella bibbia.


Allora ero un ragazzo oggi ho quasi 50 anni, sono sposato e ho due figli, un lavoro e non credo affatto di essere una persona che vive con la testa nelle nuvole, sono impegnato nella società, nella famiglia e nella comunità cristiana che frequento.Sono passati diversi anni e quella esperienza che feci allora, accettando Gesù Cristo nella mia vita, è tuttora viva e sperimento giorno dopo giorno la realtà di Dio, non ho nessun motivo per non credere alla sua esistenza, visto che godo della sua presenza tutti i giorni.

Contributo di Antonio Tuccillo.

Buona giornata da Antonio.

sabato 15 ottobre 2011

commento settimanale

"Perchè per me il vivere è Cristo, e il morire guadagno."
Filippesi 1:21

C'è un posto in fondo al cuore di ogni uomo nel quale giacciono irrisolti tutti gli angosciosi enigmi esistenziali: chi siamo; da dove veniamo; dove andiamo; c'è qualcuno nell'universo; a che scopo esistiamo; ecc...; enigmi, questi, ai quali molti hanno azzardato delle risposte; risposte il più delle volte folcloristiche e comunque sempre deludenti.

Enigmi che molto spesso turbano la quiete di quanti cercano ma non trovano risposte soddisfacenti, perché rimane in loro una sottile ma pur persistente consapevolezza che fintano che tali enigmi non troveranno risposte significative, neppure la loro esistenza potrà avere un significato vero.
Nascere, crescere, studiare, lavorare, mettere su famiglia, avere dei figli; il tutto condito con molta sofferenza e troppe delusioni, per poi.......morire e finire, credetemi, non è un granché di significato.
Ebbene, Paolo aveva trovato in Cristo le risposte a tutti gli enigmi della sua vita, la quale venne così riempita di un significato eterno; vita salvata dalla melma immonda del peccato, ed introdotta nella realtà gloriosa del Creatore di tutte le cose, nel quale dimorano tutte le risposte.Si capisce che per lui vivere era Cristo.

Ma la morte? Perché un guadagno?

In Cristo la morte non è più il simbolo del castigo e della punizione eterna bensì una bara vuota; è il simbolo di un grave pericolo....ma che non fa più paura, perché scampato!

In Cristo la morte altro non è che l'ultimo atto terreno di una vita già celeste che viene, per sempre, liberata dalla imperfezione, per entrare nella gioia.

Questo è un guadagno e Paolo non era un pazzo.

Contributo di Placentino Daniele / Fano
Buona giornata da Antonio

domenica 9 ottobre 2011

commento settimanale

"E l'Eterno vide che la malvagità degli uomini era grande sulla terra, e che tutti i disegni dei pensieri del loro cuore non erano altro che male in ogni tempo. E l'Eterno si pentì d'aver fatto l'uomo sulla terra, e se ne addolorò in cuor suo........ma Noè trovò grazia ai suoi occhi".

Genesi 6:5-8

Siamo al preludio del diluvio universale, evento che sempre più scienziati non possono far altro che confermare, da allora la grazia di Dio ha concesso all'umanità 4.500 anni di occasioni per pentirsi della propria malvagità, e ritornare tra le braccia del suo Creatore;cosa ne ha fatto l'uomo di queste occasioni?

Molti hanno chinato il capo ed hanno ammesso ciò che non poteva essere nascosto; il proprio peccato, cioè, la propria intima e spaventosa tendenza alla malvagità; quel male che s'annida, a volte latente a volte evidente, tra i recessi più reconditi e tenebrosi del loro, come del cuore di ogni uomo; malvagità depositata sul fondo dell'anima e pronta ad esplodere in tutta la sua mortale violenza quando l'ignoranza smuove quel pattume infame che rende ignobile ogni uomo.

Questi uomini e donne hanno ammesso apertamente il loro peccato, e senza giustificarlo, senza trovare attenuanti, ma riconoscendo esattamente la realtà del proprio cuore, hanno accettato la grazia e l'autorità di Dio. E tutti gli altri uomini, cosa ne hanno fatto dei 4.500 anni di occasioni per diventare UOMINI? Nulla, drammaticamente nulla; si sono ancora più persi nella melma del peccato; vigliaccamente e presuntuosamente hanno trovato la giustificazione morale, l'attenuante alla propria malvagità, legittimando la violenza di cui sono e vogliono restare schiavi.

Ma oggi, nonostante tutto, è ancora un buongiorno, perché la grazia di Dio non è stata revocata, ma è pronta ad accogliere tutti quegli uomini che vogliono diventare UOMINI.

Chi approfitterà dell'ennesima occasione.... forse l'ultima?Preghiamo perché tutti possano ravvedersi e tornare a Dio, il quale è addolorato per la sua creatura ribelle.....da troppo tempo.

Contributo di Placentino Daniele / Fano

Buona settimana da Antonio

sabato 1 ottobre 2011

commento settimanale

Un saluto a tutti coloro che seguono con affetto questo spazio.

La mia assenza è dovuta a difficoltà personali e non a disinteresse a mantenere questa testimonianza; pertanto ritorno con questo appuntamento settimanale ed oggi tratteremo un passo che troviamo in Proverbi al Cap 3 versetto 32 che recita:

"L'Eterno ha in abominio l'uomo perverso, ma l'amicizia sua è per gli uomini retti"

Non passa giorno che si ascoltino dai vari tele giornali, web o altre vie, notiziari di attentati in nome e per conto di Dio.

Che tristezza in questi ultimi tempi vedere come il nome di Dio venga utilizzato per legittimare massacri; oppressione; violenza di ogni genere.

A sentire alcuni parrebbe che Dio sia l'istigatore ed il mandante spirituale di crimini di inaudita violenza.

Usare il nome di Dio per dar sfogo alle passioni peccaminose che albergano in ogni uomo, non è purtroppo uno "sport" recente ma è uno "sport" internazionale che ha secoli, millenni di storia e si parte dai "cristiani" antichi (crociate) per finire quelli moderni.

E' evidente che tutta questa gente non aveva e non ha mai conosciuto il vero ed unico Dio cioè:"Colui che ha in abominio il perverso ed è amico dell'uomo retto".

Il retto non è mai un uomo che uccide; che ruba; che opprime; che mente; che è avido; che invidia; che odia etc ecc.

Il retto è colui che ha Cristo nel cuore ed ha sposato la sua missione d'amore verso tutti gli uomini, per la salvezza di tutti gli uomini.

Buona settimana da Antonio

Versetto del giorno

Versetto del giorno