giovedì 26 dicembre 2013

Buongiorno amici naviganti della rete.
Beh ormai per molti è arrivato ma è anche passato il "natale".
I cristiani, in questa circostanza, si sono ritrovati in  piazza San Pietro in oltre 70000 .
Che dire un gran colpo d'occhio. Le parole di Papa Francesco, indirizzate alla pace e alla concordia, passando per i morti in Siria e i profughi del centro siciliano, sono di sicuro effetto.
A volte questi discorsi fanno leva sui sentimenti, ci fanno sentire più buoni e si sente  la necessità di gesti di carità cristiana verso chi è più debole.
Ma il "natale" è questo?
Certamente una vita al servizio dei più deboli, al sostegno per chi non c'è la fa più e cosi via è certamente da lodare.
E' pur vero che con la parola "natale" si indica la natività (lasciamo per il momento la convenzione di fissarla il 25 di dicembre) del nostro Signore Gesù; ma la domanda vera che ti pongo è la seguente:
E' nato Gesù nel tuo cuore?
Permettere a Gesù di nascere nel tuo cuore non significa un coinvolgimento emozionale dettato dal momento illusorio che vivi in queste ore.
Natale non significa scartare i regali sotto l'albero perpetuando un rito che la chiesa vuole far passare come i doni dei Magi (non Re magi) fecero a Betlemme al nostro Signore.
In questi giorni non si è parlato pubblicamente della bibbia e di cosa vi è scritto; si è solo girato attorno in modo pseudo cristiano.
Voglio porti una domanda: Hai mai letto il seguente passo biblico che troviamo in Romani 10:9 che dice: perché, se con la bocca avrai confessato Gesù come Signore e avrai creduto con il cuore che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvato.
Il "natale" è questo: Far nascere Gesù nel tuo cuore e riconoscere che Gesù può diventare il tuo personale Salvatore e Signore della tua vita.
Confessare (a Lui solo e non per interposta persona) e credere che Dio l'ho ha resuscitato; solo in questo modo sarai salvato.
Ricordare la sua natività tra le tante luci e feste è solo un modo per sentirsi felici mentre racchiudersi nel proprio silenzio, fare autocritica, perché senza riconoscere Gesù (come citato nel versetto che hai letto sopra in Romani)  non si va da nessuna parte, anzi si va dritti dritti all'inferno (il purgatorio non esiste biblicamente parlando: a tal proposito sarò lieto di rispondere alle tue domande).
Mi piacerebbe continuare questo discorso, se per te è stato stimolante e gradisci saperne di più.....anche per gettare uno sguardo oltre i tuoi pensieri sicuramente di buona fede.
Ti auguro una buona giornata.
Antonio



giovedì 21 novembre 2013

Cari amici dopo un lungo periodo di silenzio ritorno sul blog.
Per me è stato un periodo di riflessione arricchito anche dal progetto di portare a termine un libro dal titolo
"Al limite dell'impossibile"
in uscita agli inizi del 2014, ma per questo riferirò più avanti Dio piacendo.
 
Oggi voglio portare alla vostra attenzione il passo che troviamo in Matteo 28/20b
 
"Ecco, io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine dell'età presente".
 
Ho pensato di segnalarvi questo verso della parola di Dio, il quale ricorda ai nostri cuori che anche se la vita offre un infinità di occasioni per sentirsi soli, dimenticati, incompresi ed abbandonati, c'è qualcuno, Gesù, che ha deciso di rimanere sempre con noi, nella gioia e nel dolore; nella fedeltà e nella infedeltà; sia che lo amiamo sia che lo tradiamo; sempre pronto a capirci se pur intollerante al nostro peccato; sempre pronto a consigliarci, ad incoraggiarci; ad accarezzare la nostra anima; ad asciugare le nostre lacrime ma anche ad impedire che tali lacrime diventino autocommiserazione; pronto a ridarci la forza di reagire ad ogni intemperia.
Insomma Gesù è molto più profondamente presente nella nostra vita di quanto non lo siano le decine, centina di persone che orbitano attorno a noi.
A proposito.......per vedere la presenza del Signore sono necessari gli occhiali della fede; più ci fideremo del Signore e della sua promessa, più la sua calda e rassicurante presenza prenderà forma nel nostro cuore.
 
 
Antonio

sabato 25 maggio 2013


Una  cartella clinica personale
 

 

È innegabile che uno degli aspetti comuni di tutti gli uomini, è la malattia.

Se parlassimo con qualsiasi persona che conosciamo, ognuna di esse ha qualcosa (anche banale) che non va come dovrebbe, che si discosta dalla perfetta assenza di “anomalie”: cardiaco, diabete, asma, reumatismi, male articolare,…. sino ad arrivare ai disturbi più seri e complessi come tumori, malattie cerebrali, disabilità importanti, ecc…..

I migliori “pazienti” sono quelli che sono consapevoli della loro malattia, e che quindi si prendono cura di loro stessi!!!!  

Il paziente invece, che sa di essere malato, MA non crede al medico o non vuole curarsi perché “in fondo si sente bene…”, finisce SEMPRE con il peggiorare la situazione!!!!!

 

Le auto-diagnosi sono dannose; quando si è malati, si deve andare dallo specialista delle malattie: il medico!!! Spesso ci sono malattie “silenti” fino alla fine,… ed altre volte i sintomi e segni che pensiamo essere banali, non lo sono affatto!!!!

 

Lo stesso vale anche e soprattutto in campo spirituale!!

Fino a non troppi anni fa, ai piedi del letto dei pazienti in ospedale, c’era la famosa “Cartella Clinica” del paziente… oggi conservata in appositi locali per motivi di privacy. Questa cartella contiene (o dovrebbe contenere..) tutte le informazioni mediche (e non) del paziente: Nome, data di nascita, luogo di nascita, patologia, malattia….

 

Accanto alla diffusione globale della malattia in senso generico, c’è un tipo di malattia che TUTTI, a livello planetario, possiedono; questa malattia è di tipo spirituale ed è il peccato.

 

Ogni cartella clinica inizia normalmente con il presentare il paziente (nome, nascita, ecc…), ed anche la Bibbia inizia proprio con questa introduzione che spiega, in modo chiaro e semplice da dove viene l’uomo, la sua nascita, chi lo ha creato, come, ecc…. (Genesi); non solo, ma l’intera Bibbia è ricca di riferimenti a Dio che conosce bene la sua creatura:

a proposito del nostro nome in cartella clinica, Dio ci mostra di conoscerlo e di indirizzare proprio a noi il contenuto di questo Libro  Isaia 43:1 …. “riferendosi ad Israele (noi siamo Suo popolo…) dice ” Non temere, perché io ti ho riscattato, ti ho chiamato per nome; tu sei mio!”.

Isaia 43:4 Perché tu sei prezioso ai miei occhi, sei stimato e io ti amo, io do degli uomini al tuo posto, e dei popoli in cambio della tua vita.

Isaia 66:9 Io che preparo la nascita, non farei partorire?» dice il SIGNORE. «Io che faccio partorire, chiuderei il grembo materno?» dice il tuo Dio.

Geremia 1:5 «Prima che io ti avessi formato nel grembo di tua madre, io ti ho conosciuto.

Ci viene presentato un Dio che conosce la sua creatura e che ha guidato ogni cosa fina dal suo concepimento….. La Bibbia è stata scritta per l’intera umanità, e noi ne facciamo parte… essa contiene ciò che Dio ha scritto appositamente per ognuno di noi (in modo personale), ed è come se ciò che è scritto fosse indirizzato esattamente a Te che leggi.

 

In alcuni passi si vede proprio che è Dio che ha pensato ad ognuno di noi come entità assolutamente speciale e di cui Lui ha grande cura, e di cui conosce ogni cosa….

Ad esempio in Salmi 17:8 Abbi cura di me come la pupilla dell'occhio, nascondimi, all'ombra delle tue ali,

oppure in Salmi 40:17 Io sono misero e povero, ma il Signore ha cura di me.

Ed ancora Salmi 100:3 Riconoscete che il SIGNORE è Dio; è lui che ci ha fatti, e noi siamo suoi; siamo suo popolo e gregge di cui egli ha cura. Salmi 139:1  SIGNORE, tu mi hai esaminato e mi conosci. Salmi 139:3 Tu mi scruti quando cammino e quando riposo, e conosci a fondo tutte le mie vie. Salmi 139:4 Poiché la parola non è ancora sulla mia lingua, che tu, SIGNORE, già la conosci appieno.

L’autore del Libro, Dio, vuole in molti passi ricordarci che non ha scritto molti racconti per la buonanotte,… ma vuole farci comprendere che ciò che ha fatto, che fa e che farà, è per il nostro bene…. Viene fatto perché Lui ha cura di noi….. proprio come fa un medico quando prende in carico un paziente: se ne prende cura….

 

Se possediamo una cartella clinica, è perché c’è qualcosa che non va… e per risolvere il nostro problema abbiamo bisogno di un medico…  ed ogni medico è specializzato in qualcosa di specifico…:

Sì, ma qual è il nostro problema????

Genesi continua la nostra storia dicendoci che la disobbedienza a Dio è ciò che ha prodotto il nostro male: il peccato!!

L’apostolo Paolo scrive nella lettera ai Romani 5:12 :”Perciò, come per mezzo di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo, e per mezzo del peccato la morte, e così la morte è passata su tutti gli uomini, perché tutti hanno peccato...”.

                                                             Ecco il nostro problema:

la disobbedienza a Dio ha prodotto il peccato, ed il peccato la morte!!!

Se c’è malattia, c’è una cartella clinica perché c’è da scrivere parecchie cose sul paziente….. se non c’è malattia, non ha motivo di esistere una cartella medica!!!

 

Probabilmente non tutti credono che il peccato sia una malattia, …. ma c’è chi non è dello stesso parere:

Matteo 9:10-12  ………………………. Ma Gesù, avendoli uditi, disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati.

Marco 2:17   ……………… «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Io non son venuto a chiamare dei giusti, ma dei peccatori».

Da questi passi si intuisce che Gesù definisce il peccato come una malattia; e l’uomo, il portatore sano, è il malato!!!!!

 

Le malattie secolari producono la morte….. la malattia spirituale, produce la morte!!! La relazione causa-effetto è la stessa!!!

 

Ma che tipo di malattia è? È una malattia planetaria  

In Romani 3:23   ci viene riportato quanto segue:tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio.

Cosa mi potrebbe succedere: in Giacomo 1:15 è scritto: il peccato, quando è compiuto, produce la morte.

Cari amici  in 1 Giovanni 1:8 se diciamo di essere senza peccato, inganniamo noi stessi, e la verità non è in noi. 

Sempre in 1 Giovanni 1:10  se diciamo di non aver peccato, lo facciamo bugiardo, e la sua parola non è in noi.

C’è una cura?!?! :  in Giovanni 3:16  Perché Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna.

Romani 3:23-24 tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio, ma sono giustificati gratuitamente per la sua grazia, mediante la redenzione che è in Cristo Gesù.

Il medico è Dio, e la terapia è Gesù Cristo…. Il nostro “promemoria”, colui che ci ricorda di assumere la terapia, è lo Spirito Santo…    1Giovanni 3:24  Chi osserva i suoi comandamenti (di Gesù) rimane in Dio e Dio in lui. Da questo conosciamo che egli rimane in noi: dallo Spirito che ci ha dato.   

Il paziente a questo punto sceglie cosa fare….. (è il paziente che decide cosa fare, non il medico…. Il medico propone…)

Sono disposto a tutto pur di guarire…. Ma dimmi esattamente cosa devo fare….

La Bibbia su questo aspetto è un pozzo di informazioni…… :

Romani 6:12-14  Non regni dunque il peccato nel vostro corpo mortale per ubbidire alle sue concupiscenze; e non prestate le vostre membra al peccato, come strumenti d'iniquità; ma presentate voi stessi a Dio, come di morti fatti viventi, e le vostre membra come strumenti di giustizia a Dio; infatti il peccato non avrà più potere su di voi; perché non siete sotto la legge ma sotto la grazia.

1Giovanni 3:9 Chiunque è nato da Dio non persiste nel commettere peccato, perché il seme divino rimane in lui, e non può persistere nel peccare perché è nato da Dio.

 

Un medico è abile anche nel fornire indicazioni quotidiane sullo stile di vita da adottare; ogni patologia ha degli aspetti pratici da osservare, e la nostra patologia ne ha degli altri.

 

Quale prognosi????

Giovanni 5:24 In verità, in verità vi dico: chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha vita eterna; e non viene in giudizio, ma è passato dalla morte alla vita.

Romani 10:9 perché, se con la bocca avrai confessato Gesù come Signore e avrai creduto con il cuore che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvato;

Luca 11:23 Chi non è con me, è contro di me; e chi non raccoglie con me, disperde.

Se si decide di guarire dalla malattia, la prognosi è una sola: la vita!!! Al contrario, c’è solo una strada: la morte!!!!

Amico carissimo come vedi non esistono vie di mezzo o situazioni di “comodo”: o si vive o si muore!!!

                                                             (per gentile concessione di Ceriani Luca)

martedì 23 aprile 2013

Una luce sul tuo sentiero

                                                                                                                                                                          
"La Tua Parola è una lampada al mio piede e una luce sul mio sentiero."

                                                                                                    (Salmo 119:105)

L'analfabetismo, nel passato, ha rappresentato per il nostro paese una grave piaga.
Molte persone, che non sapevano né leggere né scrivere, hanno dovuto sottostare alle angherie dei più preparati ed eruditi.
Molti hanno utilizzato l'arma dell'ignoranza a proprio vantaggio, ingannando e frodando. Purtroppo chi non conosce, difficilmente può difendersi.Oggi l'informazione è un potere utilizzato da alcuni per strumentalizzare le masse, e indurle, nella maggior parte dei casi all'acquisto di un marchio.
Ma c'è un sapere, un'istruzione, che Dio ci ha lasciato: la Bibbia, la Parola di Dio, che è in grado di dissipare le tenebre dell'ignoranza e di liberare l'uomo dalla morte spirituale.
Questa Parola ci indica la via giusta da seguire per conoscerLo, e per permetterci di condurci con sapienza e diligenza.             
                                                                                                                                                                                                            Il Cammino Cristiano
 

martedì 12 marzo 2013

Luce nella distretta


 Gesù disse: "Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi darò riposo. Prendete su di voi il mio giogo e imparate da me, perché io sono mansueto e umile di cuore; e voi troverete riposo alle anime vostre; poiché il mio giogo è dolce e il mio carico è leggero."
(Matteo 11:28-30)
                                                                                                                                            Il cammino Cristiano

Gesù ci invita a prendere su noi il suo giogo, ma cos'è il giogo di Gesù? È quella sottomissione completa e continua al Padre celeste, sotto cui Egli viveva.
Sempre umile e mansueto, Egli riconosceva la mano del Padre in tutto quello che incontrava.
Con questa visuale dovremmo affrontare la vita per essere mantenuti tranquilli in tutte le nostre circostanze.

La pace del Signore era perfetta, nonostante le prove disseminate lungo il suo cammino, perché la sua sottomissione era assoluta.
Egli desidera che noi possediamo lo stesso riposo dello spirito e che realizziamo che «il suo giogo è dolce e il suo carico è leggero».
Impariamo dunque a vivere le nostre prove quotidiane con sottomissione, solo così saranno addolcite.

Ricordiamo sempre che non siamo chiamati a sopportare da soli le pene della vita, Gesù stesso si offre volontario per aiutarci e dividere con noi il peso.
Gesù Cristo, simile a noi in tutte le cose, a parte il peccato, avendo sopportato tutte le sofferenze che possiamo incontrare, è sempre in grado di simpatizzare con noi, e con Lui al nostro fianco dobbiamo imparare a dire, «Signore sia fatta la tua volontà».


Buona lettura da Antonio

mercoledì 6 marzo 2013


“Ricordati di tutto il cammino che il Signore, il tuo Dio, ti ha fatto fare in questi quarant’anni nel deserto” (Deuteronomio 8:2)

L’uomo è portato a ricordarsi solo del bene fatto agli altri ma, per natura, dimentica molto facilmente quello ricevuto.

 Il Signore è consapevole di questo, perciò esortò il Suo popolo dicendo: Ricordati di tutto il cammino che il Signore, il tuo Dio, ti ha fatto fare in questi quarant’anni nel deserto”.

Un popolo che Dio aveva liberato dalla schiavitù d’Egitto e che aveva guidato per sentieri sicuri durante tutto il viaggio nel deserto provvedendo il cibo necessario: manna, carne e acqua.

                               “Ricordati”, non dimenticare.

 Quando ci troviamo in una situazione difficile siamo talvolta scoraggiati e dubbiosi, dimenticando quanto Dio ha operato per noi nel passato:

Lui è il Dio vivente ed è sempre lo stesso, “ieri oggi e in eterno”!

 Giorni di tristezza, ansia e angoscia forse possono esserci stati, ma il Signore è intervenuto in nostro aiuto e ci ha liberati.

Dio che ci ha salvato, che ci ha così tanto amato da mandare il Suo Figlio sulla croce per noi è lo stesso che è in mezzo al Suo popolo ancora oggi.

 Quando nel nostro cuore c’è tristezza, dubbio o angoscia accostiamoci a Lui con fiducia, apriamoGli il nostro cuore.

 Andiamo con la nostra mente al passato, quando nel bisogno ci siamo rivolti a Lui, abbiamo gridato a Lui ed Egli ci ha risposto e ci ha liberato!

 Forse sono esperienze lontane, ma Dio non si è fermato al passato, non è lontano:

Egli è sempre vicino a tutti quelli che Lo invocano con tutto il loro cuore.

 Non dobbiamo dimenticare le condizioni in cui ci trovavamo quando Lo abbiamo incontrato e l’opera che Egli ha fatto, affinché ancora oggi possiamo dire con il salmista:

“Benedici anima mia, il Signore; e tutto quello che è in me benedica il Nome Suo santo. Benedici, anima mia, il Signore e non dimenticare nessuno dei suoi benefici” (Salmo 103:1-2).

 Quante benedizioni del passato, oggi, non sono più presenti nella tua mente, fratello e sorella?

 Non dobbiamo vivere del passato, ma fare tesoro delle esperienze vissute perché il Signore non ha mai abbandonato il Suo popolo, specialmente nel momento della prova.

 Fratello e sorella, ricordati che, anche quando siamo venuti meno e meritavamo di essere lasciati lì a terra, feriti a morte, il Signore, il Buon Samaritano, ci ha presi, ci ha curati e ci ha portato avanti.

Perciò il nostro spirito non sia abbattuto, ma chiediamo a Dio: «Signore, fà che in me ci sia sempre la certezza che non mi lascerai e non mi abbandonerai e che, anche questa volta, non sarò solo a combattere questa battaglia».

 Forse stai vivendo un tempo di sofferenza e di prova, ma ricordati che questo tempo è solo un attimo rispetto all’eternità, poiché :

“le sofferenze del tempo presente non siano paragonabili alla gloria che dev’essere manifestata a nostro riguardo” (Romani 8:18).

Forse ti stai chiedendo perché ti trovi nella situazione in cui sei, forse te lo sei chiesto tante volte... Non farti tante domande, sappi che Gesù non starà a guardare, perché Lui conosce il tuo cuore e il tuo bisogno, i tuoi pensieri e i tuoi sentimenti.

Lui non ti lascerà e non ti abbandonerà perché sei prezioso agli occhi Suoi, il tuo nome è scritto sul palmo della Sua mano.

Perciò, ancora una volta, inizia a ringraziare il Signore per quanto ha già fatto per te, per la tua casa, per la tua famiglia..., manifestaGli la tua riconoscenza, affidati a Lui, ed Egli opererà.

 

venerdì 22 febbraio 2013


Credente (?)

C’è un passo nella scrittura in Luca 6/35 che pare essere in contrasto con la vita che viviamo…”……..poichè Egli è benigno verso gli ingrati e i malvagi”.

Letto cosi, senza approfondirne il significato, sembra quasi avvallare, premiare, giustificare chi si comporta in modo malvagio ed assume un atteggiamento manifestamente ingrato.

Ma cos’è l’ingratitudine se non….l’irriconoscenza di un beneficio ricevuto?

                                                       Qualcuno ha scritto:
L'ingratitudine è la mano sinistra dell'egoismo, perché la destra è l'avidità

Quanta ingratitudine ha dovuto sopportare Gesù, Lui che era venuto in completa ubbidienza al Padre per offrire se stesso sulla croce.

Quanta ingratitudine Gesù ha dovuto subìre durante il suo ministerio; Lui che parlava, predicava, dispensava miracoli, guarigioni verso il suo popolo…………per poi sentire il suo popolo urlare a gran voce…”crocifiggilo, crocifiggilo”.

L’ingratitudine non è sparita ma è ancora ben presente e radicata nella vita di ognuno e con vero dispiacere devo ammettere che è presente anche nella vita dei credenti.

Prima di inoltrarmi in una riflessione riguardo a questo aggiungo che non intendo offendere nessuno e che non vi è alcun riferimento a persone specifiche.

Tanti possono frequentare una chiesa (magari per comodità o nascondersi tra la folla di credenti), pregare (?), leggere la Bibbia e conoscere la teologia (?)… ma questo può ancora non fare di noi dei cristiani veri.

Si può andare decorosamente vestiti, avere un buon matrimonio, una buona famiglia e un lavoro onesto e questo ancora potrebbe non fare di noi dei cristiani veri.

Si può persino parlare in lingue e profetizzare e compiere miracoli, dice l’apostolo Paolo, e ancora non essere nulla (I Cor. 13).

Da che cosa dunque riconosceremo dei veri cristiani, anche mai visti?

I veri cristiani sanno o quantomeno dovrebbero sapere di:

1.   Perdonare le offese più gravi (Matt. 5:39, Atti 7:60)
(invece c’è chi tiene un registro delle offese e di tanto in tanto in qualche occasione ne rispolvera qualcuna ………)

2.   Sopportare l’irriconoscenza (Luca 6:35)

3.   Vincere il male con il bene (Rom. 12:21)
(molte volte si preferisce mettere in atto il famoso “occhio per occhio, dente per dente)

4.   Umiliarsi e dare la gloria al Signore (Giov. 3:30; Gal. 2:20)
(c’è sempre qualcun altro che ha colpa e ovviamente la gloria va solo a se stesso)

5.   Amare i nemici (Matt. 5:44)
(molte volte si applica il “disprezzo……………gratuito per altro)

6.   Soccorrere gli sconosciuti (Luca 10:33)
(se si sta a casa a volte è meglio)

7.   Accettare di essere derubati (Ebrei 10:34)
(anche se qui il concetto è molto più alto il credente usa la carta della denuncia alle Autorità piuttosto che……)

8.   Rallegrarsi nelle prove (Giacomo 1:2)
(siamo sempre pronti a incolpare Dio per questo perché gli “altri” meritano di più ovviamente)

9.   Rallegrarsi nelle persecuzioni (Matteo 5:11,12)
(…..qui ho difficoltà a dire qualcosa…)

10.          Dare la vita per i fratelli (I Giov. 3:16)
(a volte i “fratelli” vengono preferiti ad altri soggetti ai quali fa piacere dare la nostra “vita” ed i nostri “interessi”)

Tutte queste cose, Gesù le ha fatte prima di insegnarle a noi ma noi non ci teniamo a praticarle se non con il nostro “metro personale”.

L’ingratitudine a volte ci porta a mettere in atto il contrario dei punti sopra descritti (prova per un attimo a formularli in senso negativo magari ci riconosciamo).

L’ingratitudine ha tante facce; si palesa sia nelle grandi sia nelle piccole cose.

Quando siamo nella necessità di ottenere qualcosa ed abbiamo bisogno che qualcuno ci stenda la mano, che ci aiuti etc, assumiamo un atteggiamento bonario, esprimiamo fiducia e desideriamo ricambiare……….. ma appena riceviamo quello di cui avevamo bisogno come per magia dimentichiamo i buoni propositi e voltiamo le spalle sparendo all’orizzonte (questo sia nella vita di tutti i giorni sia come credenti nella chiesa).

                                       Siamo certi di essere dei buoni credenti?

Gesù avrebbe potuto, dinanzi all’ingratitudine, mollare tutto e lasciarci nella condizione in cui deliberatamente ci siamo messi cioè quella del peccato che ha come conseguenza la non presenza di Dio.

                                                Termino con una riflessione:

Sei sicuro di non aver tralasciato di ringraziare Gesù per come ti ha tratto fuori dal peccato donando se stesso anche per te?

Sei sicuro di non aver tralasciato un tuo fratello in Cristo che ti ha teso una mano in un momento in cui il suo aiuto poteva risolvere un tuo problema? (che poi se ci pensi bene è proprio il Signore che te l’ha posto davanti……)

Se il tuo fratello è un problema; se è così allora vuol dire che sei un bugiardo! Si un bugiardo.

non sono io a dirlo ma la scrittura quando dice:

: «Io amo Dio», ma odia suo fratello, è bugiardo; perché chi non ama suo fratello che ha visto, non può amare Dio che non ha visto. 1Giovanni 4:20

Cosa dire? Cosa pensare?

Di certo sono parole dure, che scatenano risentimenti etc ma alla fine dobbiamo prenderci in giro da soli oppure siamo chiamati ad esaminarci?

Se crediamo di essere a posto io credo che pecchiamo di egoismo, se invece diamo ascolto alla nostra coscienza allora vuol dire che lo Spirito Santo ci sta parlando.

Mi viene in mente uno slogan di qualche anno fa di un noto personaggio che nel promuovere una birra diceva:

Meditate gente, meditate.

Io mi sento di dire in tutta coscienza:

Meditiamo fratelli, meditiamo.

Auguro a tutti i lettori una buona giornata

vostro nel Signore

Antonio

lunedì 11 febbraio 2013

Mi ami tu?


Non amiamo a parole né con la lingua, ma con i fatti e in verità.

Noi amiamo perché egli ci ha amati per primo.

(1 Giovanni 3:18 - 1 Giovanni 4:19)
"Mi ami tu?" è la domanda rivolta da Gesù a Pietro, dopo che questi l'ha rinnegato (Giovanni 21:15). Domanda decisiva, che interroga ciascuno di noi, con la quale Gesù vuole infrangere il muro del peccato che ci separa da Dio, e farci trovare o ritrovare l'amore del Padre.

Questa domanda Gesù ce la pone all'inizio della nostra vita cristiana. Ce la rivolge anche se ci siamo allontanati da Lui. In effetti, ce la fa ogni giorno. "Mi ami ancora oggi, mi ami al di sopra di ogni altra cosa?" Il Signore aspetta da noi un cuore ardente di affetto, senza calcolo.
Quando tutto va bene, forse è facile amare Gesù. Ma che ne è quando sopraggiungono i problemi? Il nostro amore per Gesù rimane intatto? Un cristiano che era stato imprigionato per aver diffuso la Bibbia poteva dire: "Valeva la pena di soffrire in prigione, perché altri potessero incontrare Gesù". Quel credente non considerava il suo personale interesse. Pensava al bene spirituale del suo prossimo che, anche lui, aveva bisogno di Dio. Uno che ama Gesù cerca, come lui, il bene degli altri.

Gesù aspetta da parte nostra non una semplice parola, ma un'azione, un impegno costante per Lui. Credenti, che cosa ne facciamo del nostro tempo, del nostro denaro, della nostra vita? Come mettiamo in pratica la nostra fede? Il nostro amore per il Signore si manifesta innanzi tutto con l'obbedienza alla sua Parola (Giov. 14:15,23). Attinge la sua intensità nell'amore del Signore Gesù per noi.

tratto da Il Cammino Cristiano


                                                                     ¿Me quieres?
 No amemos de palabra ni de lengua, sino de hecho y en verdad.

Nosotros amamos, porque él nos amó primero.

(1 Juan 3:18 - 1 Juan 4:19)

"¿Me amas?" es la pregunta hecha por Jesús a Pedro, después de haber negado él (Juan 21:15). Cuestión crucial que le pide a cada uno de nosotros, con el que Jesús quiere romper el muro de la vergüenza que nos separa de Dios, y vamos a descubrir o redescubrir el amor del Padre.

Esta pregunta nos pone Jesús al comienzo de nuestra vida cristiana. También se puede abordar si nos hemos apartado de Él. En realidad, lo hacen todos los días. "¿Me amas todavía me ama sobre todas las cosas?" El Señor nos espera un corazón ardiente de amor, sin cálculo.
Cuando todo va bien, tal vez es más fácil amar a Jesús, pero ¿qué pasa cuando vienen los problemas? Nuestro amor por Jesús permanece intacto? Un cristiano que fue encarcelado por distribuir la Biblia podría decir: "¿Valió la pena sufrir en prisión, para que otros puedan conocer a Jesús." El creyente no se considera su interés personal. Pensar al bien espiritual del prójimo que él también estaba en la necesidad de Dios, Aquel que ama a Jesús se parece a él, el bien de los demás.

Jesús espera de nosotros no es sólo una palabra, sino una acción, un compromiso inquebrantable a Él. Los creyentes, ¿qué hacemos con nuestro tiempo, nuestro dinero, nuestras vidas? ¿Cómo ponemos en práctica nuestra fe? Nuestro amor por el Señor se manifiesta principalmente a través de la obediencia a Su Palabra (Juan 14:15,23). Saca su fuerza en el Señor Jesús por nosotros.

tomado de El Camino Cristiano

Versetto del giorno

Versetto del giorno